giovedì 29 novembre 2012

IL MARTELLAMENTO DELLA REAZIONE



Il Proletario
• giornale anarchico • 

ANNO I • N. 2 • Pontremoli, Luglio 1922


Sottotitolo:
«Il dolore e il sacrificio sono
soddisfazioni per il ribelle
che ama la lotta.»


IL MARTELLAMENTO
DELLA REAZIONE


È vero, in ogni frangente ed in ogni epoca vi è stata l’eterna lotta tra la tirannide e la libertà. Dall’epoca primordiale sino ai giorni nostri, il ribelle d’ogni scuola, ha dovuto pro­vare gli artigli della schiavitù del tempo.
Il progresso e la scienza si è sempre ten­tato di immergerli nelle tenebre dell’oscuro, il pensiero lo si è livragato colle ritorte e il nodo scorsoio del boia è l’arma dei governanti del giorno.
Perciò, a noi, non ci fa meraviglia se la reazione truce del brigantaggio martella sulle carni e la vita dei ribelli di oggi. Le garanzie legali per il rispetto al sacro diritto, alla vita, non c’illudono e più non dovrebbero illudere. La legge è coercizione e menomazione di li­bertà e così è ferreamente logico che la legge, oltre a non garantire il diritto alla vita del ribelle, invece questa li stritoli coll’artiglio o li sprofondi negli abissi umidi e oscuri delle segregazioni carcerarie.
Nel periodo dell’anarchismo eroico è stato così: da Xeres a Montjuieb e da Paterson a Parigi, da Lione a Santo Stefano a Mare.
La vita dei ribelli è stata fatta a brandelli.
E il duello incessante si sussegue anche col cambiamento delle forme di governo, il diritto alla vita non viene riconosciuto. Per esempio, in Germania anche adesso i fanatici del nazionalismo oltranzista hanno ucciso il ministro degli esteri Rhatenau. Cosa è vero che non c’importa, anche se i loro compari di Italia piangono subito le lacrime del cocco­drillo quando un ribelle osa brandire un’arma e colpire.
Ah! per questo non vi è nessuna giustific­azione delle cause determinanti. Ed invocare la forca è abbastanza poco, non è vero pudiche vestali del giornalismo vendereccio? Eppure vi dovreste accorgere che l’atmosfera di odio e di cattiveria oscurata colle vostre torbide mire non è troppo salutare per i vostri padroni.
Come pure non dovete credere che riu­sciranno a strozzare lo spirito di libertà le inique sentenze che in questi ultimi tempi sono state pronunziate contro gli intolleranti della tirannide da Milano a Firenze, a Pisa, a Torino, a Verona, a Napoli ed altrove.
Ricordatelo che martoriando il corpo non si uccide lo spirito. Ed anche se la massa è gregge, colla reazione ed il dolore, la coscien­za dell’individuo si plasma e si cimenta di più al sacrificio.

NOI

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